La storia “dimenticata” del Brunello di Montalcino (parte 1)
di Stefano Cinelli Colombini
da Intravino
Per giocare un po’ vi racconterò i “dieci giorni che sconvolsero il mondo” del Brunello di Montalcino, i dieci eventi che hanno fatto del nostro grande sangiovese quello che è. E che nessuno ricorda… forse perché tutti preferiscono le favole? Cominciamo dal più importante, il 1980. Parte Prima.
Il 1980 è un anno cruciale, l’anno di tre eventi che rivoluzioneranno l’assetto economico e sociale del territorio mettendo le basi per un nuovo modello di sviluppo vinicolo che, poi, sarà imitato con alterno successo in tutta Italia; il “modello Montalcino”, un groviglio inestricabile e fertile di vini di alto prezzo, turismo, mito, cultura e tradizione capace di produrre il più alto reddito agricolo pro-capite del pianeta.
Nel 1980 molti Montalcinesi, senza alcuna programmazione o coordinamento, misero in atto eventi assolutamente inediti e nuovi. Un’esplosione di creatività incredibile, soprattutto considerando che veniva da una comunità che troppi amano credere rustica e poco colta. Cosa, ovviamente, non vera.
Nel luglio 1980 viene assegnata la DOCG al Brunello, ed è il primo vino d’Italia ad ottenerla. La notizia avrebbe potuto passare in sordina, ma un Consorzio ed un Comune molto attivi invitarono e informarono al meglio centinaia di operatori dell’informazione, ogni media fu fornito di materiali da pubblicare e uscirono migliaia di articoli. L’effetto sulle vendite vinicole fu incredibile, a quell’epoca nessuna area viticola gestiva i media nel modo in cui li stavamo usando noi.
Era la prima volta in Italia che un’intera area vinicola si presentava unita, collaborando apertamente e senza rivalità; altro fatto rivoluzionario. In quella stessa estate iniziò il Festival dell’Attore, voluto dal Comune di Montalcino e ideato da Paolo Coccheri. Negli anni porterà qui personaggi straordinari come Ingmar Bergman, Andreij Tarkovskij, Liliana Cavani, Lindsay Kemp, Nino Manfredi, Mario Luzi, Marcello Mastroianni, Giorgio Albertazzi, Glauco Mauri, Maurizio Scaparro, Monica Vitti, Mariangela Melato, Paolo Poli, Cathy Berberian, Andrzej Wajda e tanti altri.
Montalcino conobbe il primo grande afflusso turistico, l’abbinamento tra cultura, tradizione vino e un territorio straordinario iniziò ad attirare moltissimi visitatori. Era un’offerta che allora era disponibile solo qui, bastò far sapere che esisteva e i turisti arrivarono. Il flusso non si è più fermato.
Per leggere tutte le puntate:
La storia “dimenticata” del Brunello di Montalcino (parte 1)
La storia “dimenticata” del Brunello di Montalcino | Correva l’anno 1980 (parte 2)
La storia “dimenticata” del Brunello di Montalcino | 1984, arriva il Rosso di Montalcino (parte 3)
La storia “dimenticata” del Brunello di Montalcino | 1933, il primo boom di vendite del ‘900 (parte 4)
La storia “dimenticata” del Brunello di Montalcino | Banfi sbarca in città: 1979, 1981 o 1969? (parte 5)
La storia “dimenticata” del Brunello di Montalcino. 1980-1990, il D-Day in salsa sangiovese; i “grandi del vino” sbarcano a Montalcino (parte 6)