È Chiara Sabatelli, foodblogger con Bruciapadelle e dalla triplice anima fiorentina, maremmana e chiantigiana, con la sua “Panzanella del Chianti” la vincitrice della seconda edizione di “Beata Panzanella”, la gara gastronomica aperta a tutti svoltasi
nell’ambito della Festa del Beato Giovanni Colombini, organizzata come ogni anno a fine luglio alla Fattoria dei Barbi | www.fattoriadeibarbi.it.
La celebrazione del Beato, antenato diretto degli attuali proprietari della celebre azienda produttrice di Brunello, ha visto, infatti, in programma anche quest’anno la divertente “disfida della panzanella”, piatto che la leggenda vuole inventato proprio dal Beato Giovanni.
Il risultato finale è stato decretato da una giuria tecnica composta dai giornalisti enogastronomici Patrizia Cantini, che l’ha presieduta, Stefano Tesi, Stefania Pianigiani e da Raffaele Mannelli, responsabile della valorizzazione del sistema turistico della Regione Toscana. La motivazione che ha decretato la vittoria per la Panzanella del Chianti – panzanella classica rivisitata in chiave chiantigiana – è stata che “Che nonostante gli elementi “eretici” (trippa) il piatto manteneva la fragranza e la freschezza della panzanella tradizionale e anzi spiccava per sapori ed equilibrio.”
La scelta è avvenuta dopo ripetuti e accurati assaggi anonimi dei numerosi campioni del tipico piatto estivo toscano presentati in concorso, di fronte a un pubblico incuriosito: le panzanelle sono state degustate da tutti sotto il leccio secolare della Fattoria dei Barbi. Gara emozionante e molto sentita tra tutti i concorrenti in gara, con molta attesa per il risultato finale.
La giuria oltre al Primo premio ha attribuito anche due menzioni speciali: alla Panzanella intinta di Nonno Beppe di Debora Mugnaini (Toscane di Gusto, San Gimignano, SI) per l’eleganza della presentazione e
a Caterina e Gabriele Ciacci (Sinalunga, SI) con la loro Panzanella di non solo pane per l’originalità degli ingredienti (cereali e legumi oltre al classico pane).
Una nota a parte ha meritato il piccolo Giovanni Cinelli Colombini, 10 anni, figlio di Stefano Cinelli Colombini, titolare della Fattoria, che ha voluto partecipare ‘in incognito’ con la sua Panzanella ‘a km zero’ molto apprezzata dalla giuria per la freschezza e semplicità del piatto.
Alla vincitrice è andata una Magnum di Brunello 2013 della Fattoria dei Barbi, mentre agli autori delle due ‘panzanelle’ menzionate rispettivamente una Magnum Rosso di Montalcino selezione Colombini 2016 della Fattoria dei Barbi e una Magnum di Birbone 2015 della Fattoria dei Barbi. A tutti i concorrenti 1 bottiglia di Maremma Toscana DOC 2016 della Fattoria dei Barbi.
Sono stati tanti i visitatori che hanno scelto la Fattoria dei Barbi per la Festa del Beato Colombini sabato 28, domenica 29 e lunedì 30 luglio: la tre giorni ha visto alternarsi, nella storica azienda montalcinese, degustazioni di tutti i prodotti di Fattoria, visite guidate con racconti, aneddoti e curiosità alle Cantine di invecchiamento, al Museo del Brunello e al Giardino privato aperto per l’occasione, e in Taverna, a pranzo e a cena, oltre al menù alla carta la possibilità di assaggiare La Panzanella del Beato rivisitata dallo chef della Taverna, Duccio Lorenzini, e uno speciale piatto medievale ispirato ai tempi in cui visse il Beato e che ha fatto rivivere le atmosfere e le abitudini alimentari di diversi secoli fa. E il prossimo anno si replica, Beata Panzanella compresa.
Questa la ricetta della panzanella vincitrice:
PANZANELLA DEL CHIANTI
INGREDIENTI PER 6 PERSONE:
350 gr Pane toscano raffermo
600 gr Pomodori ciliegini o Piccadilly
3-4 coste di Sedano tenere
3 Carote medie
2-3 Cipollotti freschi
Capperi sotto sale
Acciughe sott’olio o alici
Prezzemolo
400 gr Trippa del Chianti
3-4 spicchi d’Aglio
Acqua, Olio Evo, Aceto, Sale, Pepe qb
PREPARAZIONE DELLA TRIPPA
Si tratta la trippa esattamente come se fosse lonza di maiale nella preparazione del “Tonno del Chianti”.
Pulire bene la trippa sotto l’acqua corrente, privarla delle parti non commestibili e delle impurità, tagliarla a listarelle e metterla a marinare sotto sale grosso per 3 giorni. Passati i 3 giorni lavarla bene sotto l’acqua corrente e metterla in una pentola con acqua (circa 250 gr) e vino bianco (1 litro) con alloro, rosmarino e pepe in grani. Bollire per 40 minuti. Metterla sott’olio con aglio , alloro, pepe e rosmarino.
PREPARAZIONE DELLA PANZANELLA
Mettere in ammollo il pane toscano raffermo, di almeno due giorni, in acqua e poco aceto finché diventi morbido. Poi poco per volta, strizzarlo bene con le mani e sbriciolarlo in una ciotola capiente. Aggiungere sedano e carota, tagliandoli a tocchetti. Tagliare i pomodorini a metà. Lavare bene i capperi e tritarli grossolanamente al coltello (lasciandone alcuni interi), spezzettare con le mani le alici. Tritare finemente aglio e prezzemolo e tagliare a rondelle sottili il cipollato, mettere tutto nel recipiente con il pane e condire con sale (poco, meglio assaggiare e aggiungerlo via via), olio evo e pepe o peperoncino.
Aggiungete 2-3 cucchiai dell’olio della trippa e per ultimo aggiungete la trippa del Chianti avendo cura di non prendere gli odori che avete usato per il sott’olio.
Mescolare per qualche secondo e, prima di gustare la panzanella, fatela riposare un’ora in frigo
Perché la panzanella
È uno dei piatti estivi più tipici della cucina toscana, semplice e gustosissimo, che la leggenda vuole creato dal Beato Colombini ma che nel tempo ha saputo evolversi in ogni casa secondo la personalità di chi la prepara e gli ingredienti a disposizione. Esistono i puristi della panzanella e chi invece non può concepirla se non arricchita di ogni ben di Dio. Vedremo chi vincerà.
Così nacque la panzanella
“Erano gli anni tremendi di metà Trecento, subito dopo la Peste Nera. Le campagne erano devastate, la gente era stremata. Il Beato Giovanni Colombini guidava una torma di miseri di città in città, affidandosi alla carità per sfamarli. Ma c’era troppo poco e nulla da donare, così Pienza gli chiuse le porte. Il Beato aveva solo due croste di pane per una moltitudine ormai priva di speranza. Con quel poco non poteva far nulla, così alzò gli occhi al cielo e pianse. Le lacrime salarono il pane e, miracolo, un olivo bruciato produsse nuovi frutti. Anche la terra improvvisamente verdeggiò di ortaggi. Il Beato ringraziò il Signore e con le mani spremette le olive traendone l’olio. Con quello condì il pane e gli ortaggi e per almeno una notte sfamò i bisognosi. Fu un miracolo di pietà e i nostri tempi disincantati non credono più a queste belle storie. Prendetelo allora come un gioco e godetevi la buona panzanella, creata dal mio avo Giovanni per amore di chi non aveva nulla”. Stefano Cinelli Colombini
La Festa titolare del Beato Colombini con la seconda edizione di Beata Panzanella ha proseguito la stagione degli eventi 2018 alla Fattoria dei Barbi programmati con cadenza annuale: qui il calendario completo >> https://goo.gl/rGdjQc